29 Giugno: ancora un appuntamento!
Quel sole posto in cima alla locandina preparata qualche mese fa era un bel presagio! Il termometro continua a salire e gli appuntamenti parrocchiali di questo fine di giugno sembrano anacronistici, perchè gli altri anni eravamo abituati a viverli tra gazebi areati e in una chiesa ventilata. Eppure continuiamo ad essere presenti in tanti: la parrocchia continua ad attrarre e con qualche ventaglio in più e qualche abito più fresco ci ritroviamo sempre!
E così, ultimo appuntamento di questo giugno infuocato, una benedizione speciale alle famiglie dei bimbi battezzati durante quest’anno e alle mamme in attesa. In realtà, come ha ricordato il parroco, i battesimi quest’anno si sono concentrati durante il mese di maggio, perchè prima il contagio la cui caratteristica è stata durante l’inverno di attaccare proprio i bambini, non ha permesso appuntamenti diversi.
Qualche famiglia è venuta: carrozzine, bimbetti scorrazzanti, un paio di pance. Più che sufficiente per dare allegria alla festa dei santi Pietro e Paolo!!
25 giugno: davvero un bel matrimonio tra sorrisi, commozione e gioia!
Lo sapete voi cosa c’è dietro la preparazione di un matrimonio? Lo sanno solo quelli che ci sono passati e, soprattutto, quelli che ci sono passati recentemente perché in questo campo l’evoluzione delle possibilità realizzabili ha subito un’ascesa travolgente.
Dunque, matrimonio di una coppia cresciuta all’ombra di un campanile che non c’è mai stato, nella nostra Parrocchia: fidanzamento, corso di preparazione, scelta di sposarsi proprio nella nostra chiesa e fin qui… tutto bellissimo.
Sabato mattina, mancano un mucchietto di ore alla cerimonia: il papà della sposa viene spedito in chiesa supportato da due amiche della sposa a controllare che tutto venga predisposto nel migliore dei modi…. Il tempo è poco: in chiesa c’è stata una cerimonia precedente e non si può accedere prima di mezzogiorno…
Tra le tante scelte che due sposi “debbono” fare prima della cerimonia c’è la scelta del COLORE. Sarà il colore che darà ad arredi, fiori, bomboniere, tavoli, uniformità e armonia. l colore è essenziale. Dopo lungo pensare gli sposi hanno scelto l’ottanio. Google ci dice che l’ottanio è una colorazione scoperta alla fine degli anni cinquanta grazie alla combinazione di turchese e petrolio, che insieme formano una bellissima sfumatura che non è né verde né azzurra. Bellissimo colore: nastri, ventagli, fiocchi… tutto viene adeguato alla scelta fatta. Anche la guida che coprirà il corridoio di accesso in chiesa fino agli inginocchiatoi viene scelta con questo criterio.
In sacrestia, già dalla mattina presto, il solito servizio di accoglienza è all’erta pronto ad allestire tutto secondo la programmazione…. Ma, orrore: di fronte agli occhi dei tre “ispettori”, papà e amiche della sposa, si palesa un inginocchiatoio completamente spoglio e soprattutto due sgabelli di velluto rosso! Don Gianfranco non è solito perdersi d’animo: è riuscito in passato ad accontentare ogni sorta di desiderio circa l’allestimento degli arredi e non si perderà neanche di fronte all’ottanio.
Apre e chiude in sacrestia enormi cassetti contenenti veli, rasi, drappi…. Vengono usati per allestire cieli di presepi o sfondi di “sepolcri”, per i tavolinetti delle prime comunioni o per drappeggiare statue…. Ecco c’è per l’appunto uno pseudo manto di Madonna… tutto ciancicato, tutto celeste… Tra l’ottanio e il celeste non c’è tanta distinzione! Tra gli “ispettori” il più tecnologico è il papà della sposa che trasmette foto dei tessuti trovati tramite whatsapp a casa sua, da dove è volentieri fuggito, perché il campo è occupato da parrucchieri e truccatrici che impazzano e fanno impazzire, tra altri veli e altri ferri da stiro. Il celeste viene accettato. Attimo di suspense… non si trova il riduttore siemens per il ferro da stiro. Il Don, che non ha mai paura di attirare l’attenzione facendo confusione, trascina rumorosamente l’asse da stiro fin sotto l’altare, l laà dove è presente un bell’intrico di cavi, multiple, prese di tutti i tipi. Il gioco è fatto: stirato con la benedizione del cielo, sotto un grande crocefisso e abilmente panneggiato tra le mani delle due fanciulle “ispettrici”, il tessuto celeste/ottanio o quasi copre l’inginocchiatoio, mentre i due sgabelli vengono elegantemente tappezzati.
Alle cinque la chiesa è tutta un fermento… tra luccichii di vestiti e gocce di sudore, perché la temperatura è improponibile, si aspetta l’arrivo della sposa. Eccola! Sempre un momento di grande commozione vedere un padre che affida la figlia all’uomo che lei ama!
Don Gianfranco trasmette agli sposi e a tutti noi le sue riflessioni sul matrimonio partendo proprio dal Vangelo scelto dagli sposi: la casa costruita sulla roccia che ben si allinea alla formula del consenso: nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia… Sono parole che quest’anno abbiamo meditato a lungo durante gli incontri del gruppo delle famiglie. Parole come “prometto di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”… onorarti non significa non mancare di rispetto, ma essere proprio la roccia sicura su cui l’altro può costruire la sua vita. Onorarti significa che una persona poggia la sua vita su di te e che tu sei il fondamento di quella casa. Essere l’artefice della felicità e della vita dell’altro. Due in una carne sola, come la Sacra Scrittura definisce la coppia. Quante volte quest’anno abbiamo avuto sotto gli occhi l’immagine dell’uomo che vede negli occhi della sua donna non solo l’anima di lei, ma anche la propria anima. E’ il viaggio verso la felicità, pieno di gioie ma anche di difficoltà, perché richiede di cercare quello che unisce. Proprio il contrario di quello che insegna oggi la società: cercare sempre quello che ti distingue dagli altri, spesso l’educazione familiare e poi la scuola e soprattutto le regole del mondo del lavoro. Dio oggi fa un grande regalo a questi sposi, il Signore regala se stesso e sarà lui la garanzia della promessa di felicità.
Su tutto il coro del Germoglio, più bello di sempre!
Grande festa al banchetto nuziale e l’indomani si replica: una serata sotto i gazebo con gli sposi in abiti più semplici, ma la gioia è sempre la stessa!!
18 giugno: un saluto tra tanta allegria e qualche lacrima...
Una serata che non dimenticheremo facilmente all’insegna di saluti importanti: Don Francesco, il viceparroco, e Don Celestino lasceranno a breve la parrocchia dopo aver lasciato un segno importante nel cuore della gente.
Prima di tutto la Messa: solennità del Corpus Domini… la festa dell’Eucarestia, parola che significa rendimento di grazie. E l’aggancio alla gratitudine è stato spontaneo: Don Francesco ne ha parlato a lungo, la sua gratitudine… nei confronti della Parrocchia e di tutti noi. Un ragazzo che si è sentito figlio e nipote di molti di noi e nello stesso tempo padre. E’ riuscito a controllare la sua commozione… non quella di parecchi di noi….
E raramente la Parrocchia ha vissuto un momento così coinvolgente, per l’intensità dei sentimenti che circolavano, per il numero di partecipanti, ma soprattutto per la …. varietà di essi. Perchè tanti eventi viviamo quasi quotidianamente tra di noi, eventi anche molto toccanti, gioiosi o dolorosi, ma spesso riguardano singoli gruppi… a volte sono gruppi collegati o che si intersecano un po’ misteriosamente, ma questa volta c’erano davvero tutti… e non rappresentati da qualcuno, ma ognuno è venuto a rappresentare se stesso: giovani, prima di tutto, ragazzi e ragazzini di ogni età, bambini di catechismo, ragazzi del dopo cresima, oratorio, scuola calcio, scout… ma poi famiglie, genitori, gli operatori della caritas e fedeli un po’ “fuori del solito giro” legati da vincoli forti di affetto alla Parrocchia. Tanti!
E così da una parte si chiacchierava, dall’altra si mangiava, a destra si brindava, a sinistra si applaudiva… nel campetto un bancone con le coppe della premiazione della scuola calcio e ragazzi desiderosi di giocare, di sudare, di correre, sotto i gazebo porchetta a gogò e pizza e torte rustiche e insalate di riso, di pollo, di verdure e dolci e ciliegie e melone…..
10 giugno Incontro di operatori "passati"
” Un amico è ciò di cui il cuore ha bisogno”…
Ti accompagna, ti sorregge, ti incoraggia, divide con te la strada e trasforma i momenti della tua esistenza in attimi di felicità condivisi e coniugati al plurale, dove i pesi diventano più leggeri perché si dimezzano e le gioie si raddoppiano perché vissute in comunione.
E questo vale ancor di più se l’amicizia diventa il valore portante di una vita spesa nel servizio ad una comunità parrocchiale che diventa vita buona ed attiva, nella quotidianità, in un territorio reale.
Nella splendida ottica del clima sinodale, dove la chiesa sta riscoprendo se stessa, la sua identità, la sua natura di comunità sempre in cammino, dove sta cercando , attraverso l’analisi della realtà effettiva e la memoria delle sue esperienze passate, la necessità di ritornare in contatto con la vita vera, con i problemi reali delle persone, nella comunità parrocchiale di Gesù Bambino a Sacco Pastore venerdì 10 giugno 2022 sessanta operatori pastorali (tre generazioni di ex giovani, ancora pieni di vigore ed entusiasmo) si sono incontrati nei locali della parrocchia ed hanno celebrato insieme dopo 40 anni ancora il dono dell’Eucaristia.
Tre generazioni di catechisti, aiuto catechisti, ministranti, operatori dell’oratorio, gruppi post cresima, cori cresciuti nella comunità e che sono stati testimoni e frutto della cura pastorale di ben tre parroci che si sono avvicendati negli ultimi 60 anni della storia della parrocchia.
L’ incontro che si è piacevolmente protratto nei saloni parrocchiali è diventato uno splendido momento conviviale ed è stato presieduto dall’attuale parroco di Don Gianfranco…..che ha ricordato l’opera dei suoi predecessori Don Giuseppe Simonazzi e don Tonino…….
Volti noti e famigliari, sia pur modificati dal tempo, si sono riconosciuti e voci amiche e piene di nostalgia si sono intrecciate e, subito, gli abbracci pieni di gratitudine si sono trasformati in riconoscenza alla vita per tutti questi semi di testimonianza. Come segni vivi, sparsi in tante altre realtà di Fede, essi continuano a cercare il buono ed il bene per tutti, che solo l’amore di Dio e la forza del suo Spirito può generare.
Un ricordo affettuoso a tutte le famiglie e le guide (come per il gruppo post cresima animato dalla indimenticabile Iride Cerno), che sono state luce per questi splendidi 60 ex giovani operatori ed un pensiero pieno di nostalgia e speranza per tutti i compagni di viaggio che non sono più tra noi e che già vivono nell’amore pieno del Padre.
Arrivederci alla prossima, ragazzi, non perdiamoci di vista… e forza… Abbiamo ancora davanti a noi un pezzetto di strada da fare e di Resurrezioni da costruire per un mondo buono nella gioia del servizio e dell’amore di Cristo.
Maria Rosaria De Girolamo
Siamo al termine dell'anno pastorale 2021/22
3 giugno... evvai! Riprendono le gite! Caldo, scarpinata, risate, amicizia e tanta voglia di stare insieme!
60 anni di matrimonio...
Non è cosa di tutti i giorni… e un po’ di sana invidia questi sposi se la tirano. Come al solito il Don ha approfittato per gonfiare il bagaglio di tutte le interviste fatte durante il suo sacerdozio a tanti sposi o fidanzati: “come vi siette conosciuti!” e “Cosa ti ha attirato di lui/lei?” o “Chi dei due è stato più paziente con l’altro?” Si potrebbe ormai scrivere un libro… Ma questa coppia – Ernesto e Maria Pia – sono stati davvero teneri, perchè subito la “sposina” ha riconosciuto i propri difetti… Auguri di cuore!
29 maggio: l'Ascensione... la processione eucaristica
L’omelia della festa dell’Ascensione rinnova in noi il ricordo di quello che abbiamo sperimentato durante l’adorazione dei giorni scorsi. Ci ricorda che noi siamo abituati a guardare le cose che stanno al nostro stesso livello, la nostra vita che si svolge nelle case, nelle strade. Solo raramente ci capita di guardare le cose dall’alto, come oggi ci suggerisce questo movimento ascensionale di Gesù che sale al Cielo. Guardare le cose da un picco di una montagna o da un belvedere? Di più! Dobbiamo imparare, come abbiamo fatto durante la contemplazione del Santissimo Sacramento, a guardare le nostre vite con gli occhi di Dio, con gli occhi dello spirito. La contemplazione ci libera dalle preoccupazioni che sono zavorra quando le guardiamo dalla solita altezza. Esperienze di vita personale o lavorativa, cattiverie, fallimenti che ci intrappolano in una visione di chiusura che impedisce di scorgere vie nuove, nuovi percorsi che possono far iniziare una nuova vita, più gioiosa. Se Dio ha trovato una via di uscita alla barriera della morte, tanto più ci potrà indicare una via per uscire dai problemi quotidiani. Per questo oggi questa festa ci parla di una speranza di trovare vie positive ed individuare i sentieri sbagliati della nostra vita, ipocrisie e maschere che dobbiamo abbandonare per essere più autentici e quindi più sereni nel vivere quello che veramente siamo.
27 e 28 maggio: ventiquattro ore di adorazione!
Dalla Messa vespertina di venerdì abbiamo iniziato a turnarci davanti al Santissimo Sacramento. Turni di adorazione, parole che suonano strane… Associamo la parola “turno” a momenti di lavoro intenso, che non può subire interruzioni e invece stiamo lì, in ginocchio o seduti con le mani in mano, con le mani sfaccendate, in preghiera. Lavoro della mente? Forse nemmeno, perchè stiamo lì, ascoltando il battito del cuore cercando proprio di liberare la mente dalle preoccupazioni, dai pensieri, dai desideri, e cercando di fare di tutto ciò un bel pacchetto con tanto di fiocco da offrire al Signore, guardando quell’Ostia così luminosa che sembra non aver proprio bisogno di fari, candele e candeline, perchè sembra illuminarsi da sola. Turni serali, turni notturni, turni all’alba…. scopriamo cosa vuol dire “contemplazione”. Ogni tanto si sente qualcuno che si soffia il naso, perchè qualche lacrima fa capolino, ogni tanto qualcuno tira fuori un telefonino per raccogliere un’immagine che forse servirà nei prossimi giorni a ravvivare il ricordo di un momento di pienezza, di gioia, di gratitudine, di richiesta di perdono… quante preghiere si sono susseguite in ventiquattrore: le conosce soltanto il Signore!
Sabato 21 maggio: La prima confessione per i bambini del primo anno di catechismo
L’attesa della Prima Confessione si consuma così, nella domenica di metà maggio. Per fortuna, come sempre, ci pensa Don Gianfranco a rompere il ghiaccio a modo suo, con una bella chiacchierata/lezione sui 10 comandamenti che apre l’incontro, coinvolge, strappa sorrisi e fa riflettere. Poi, pian piano, il grande momento si avvicina. Tutti vincono quell’attimo di piccola paura, rispondono all’appello delle catechiste, si appartano col loro primo confessore. E, come sempre, l’ansia e l’attesa a quel punto passano tutte nella mente dei genitori rimasti ad attenderli. Nessuno ve lo confesserà (a proposito di confessione!), ma sono loro stavolta a farsi la fatidica domanda: “Ma che gli starà raccontando?”.
Pochi minuti e i nostri eroi tornano: stavolta il sorriso si allarga, è quello di sempre. Sollevati, soddisfatti.
“Come è andata?”, si tenta di sondare. “Benissimo”, l’inevitabile risposta moltiplicata per 30. Fine dell’interrogatorio. Il resto, come è giusto che sia, è nel sacrosanto segreto del confessionale.
Vanno all’altare uno alla volta, aggiungono il loro fiore di carta agli altri sul grande cartellone preparato per l’occasione, poi accendono il cero che (insieme con gli altri) va a comporre un grande cuore ai piedi dell’altare.
Ora la cerimonia è terminata, per un pochino i marmocchi rimangono più buoni del solito, poi – tempo 10 minuti, non uno di più – tornano i soliti monelli di sempre. In fondo era una Prima Confessione, mica un miracolo… o no?
Gigi
Ci sono ancora appuntamenti importanti, prima di tutti quello relativo all’adorazione che precederà la processione dopo la Messa dell’Ascensione, il 29 maggio, ma ci sentiamo quasi in vacanza. Terminate le lezioni di catechismo, terminati i vari incontri settimanali o mensili dei gruppi parrocchiali, ci ritroviamo a ringraziare per questo anno trascorso. Abbiamo vissuto un anno ancora difficile, pieno di emozioni altalenanti, speranze e paure riguardanti i contagi, il posto di lavoro, le difficoltà relazionali, i risvolti psicologici di anziani e ragazzi seguiti a tanto isolamento. Ringraziamo insieme di essere qui, insieme, davanti a Dio. Ascoltiamo una catechesi sull’amicizia… ci sta bene, perchè è insieme che ce la faremo ad andare avanti.https://www.facebook.com/gianfranco.mostarda.31/videos/534326431504900
E poi cena insieme, “autogestita”, parola che rimanda al fatto che ognuno porta qualcosa e, si sa, in questi casi l’abbondanza, la varietà, il gusto, la sorpresa… non mancano!
Maggio: un bel mese per diventare figlio di Dio e per ricevere per la prima volta il Suo Corpo
Prime Comunioni
Camminando per incontrare Gesù
“Se Dio non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori”… ebbene noi abbiamo sperimentato che quando Dio costruisce la casa, i costruttori diventano abili maestri capaci di grandi opere!
Ottobre 2020, l’atteso annuncio per le iscrizioni al catechismo per la comunione arriva da don Gianfranco che ci invita a compilare il modulo di iscrizione. Evviva ! un altro piccolo avvicinamento alla normalità, con mille domande: dove si terranno gli incontri? quante/quali mascherine indosseranno i bambini? saranno incontri on-line (il catechismo on line mi chiedono i miei colleghi, ma è possibile?) E poi pian piano l’incontro con Pina su Zoom, i volti degli altri genitori e gli incontri del martedì fra difficoltà di connessione, materiale da preparare, le mail di Pina, password, chat… Abbiamo sperimentato l’incontro possibile malgrado la panedemia, abbiamo sperimentato che qualcuno stava costruendo la casa. La casa nel cuore dei nostri bambini che si preparavano all’incontro con Gesù. Ma ci siamo anche sentiti interpellati e chiamati ad essere costruttori di quella casa nella nostra famiglia.
Poi è giunto il momento della Celebrazione, nello stile sobrio ed evangelico, distintivo della nostra Parrocchia ed è stata un’emozione fortissima vivere con nostra figlia il momento così atteso della Comunione con Gesu’ nel Santissimo Sacramento.
Da quanto tempo!! Questa la frase della maggior parte dei partecipanti a questo pellegrinaggio nell’atto di salire sul pulmann fermo ad aspettarci davanti alla chiesa. Proprio da tanto tempo! Anni! Eh sì che prima andare al Divino Amore era quasi una passeggiata e non sapevamo che racchiudeva in sè tanta bellezza. Dio, sole, amicizia, preghiera, Messa, rosario. Per chi vuole una confessione, e, un po’ più prosaico… un gelato al bar o un caffè in compagnia. Cose semplici ma in esse abbiamo ritrovato una gioia nuova.
Sì... ricominciamo a riunirci con un animo un po' più sollevato!
Con l’arrivo della primavera e con le nuove norme in materia di prevenzione covid la Chiesa si anima di più: sono stati tolti gli adesivi dai banchi che impedivano di sederci vicini durante le celebrazioni e si ritorna in fila a ricevere la Comunione…. ancora mascherine e un po’ di distanziamento, ma ci sentiamo più leggeri!
Torniamo ad appropriarci dei gazebo accanto al campo sportivo. Festeggiamo Ottavio e i suoi 92 anni e il primo maggio pranzo autogestito del gruppo delle famiglie…
Il rosario torna itinerante lungo la ciclabile e la rampa di accesso alla chiesa è uno spettacolo di fioritura eccezionale. E poi si parla di pellegrinaggio al Divino Amore e di una gita a Siena! Evviva!!