Sabato - la veglia - E' Pasqua!
E siamo arrivati alla sera del sabato santo dopo un triduo vissuto davvero profondamente e finalmente insieme! Già alle 21,30 la Chiesa si anima… i chierichetti si vestono, viene posizionato il banchetto con le candeline da distribuire, il podio con il braciere è pronto all’esterno, si fa la prova dei microfoni… La gente entra, prende una candelina e… si accomoda. Ma presto il Don fa alzare tutti: la liturgia inizia sotto il portico con la benedizione del fuoco dal quale sarà solennemente acceso il cero pasquale, simbolo di Cristo stesso che viene ad illuminare le nostre vite.
La Chiesa buia
La benedizione del fuoco e l'accensione del cero
Finalmente la nostra Chiesa risuona di canti di gioia: il Preconio, il Gloria, l’Alleluja!
Pasqua: l’omelia ci parla di festa di luce. “Luce”, la prima parola di cui di parla la Sacra Scrittura. “Sia la luce”. “La luce squarciò le tenebre”: la creazione della luce è stato l’atto fondamentale per l’esistenza del creato. La storia della salvezza è piena del contrasto luce/tenebre e l’Apocalisse anticipa il ritorno della luce alla fine dei tempi. Non si dirà più sia la luce, ma Dio sarà lui stesso la luce. Noi camminiamo verso questo giorno senza ritorno vivendo nell’alternarsi del giorno e della notte, simbolo di un’altra alternanza: notte di dolore e giorno di gioia. Oggi il Vangelo ci presenta un sepolcro vuoto allo spuntare del giorno. Il fuoco, il cero, le candele ci parlano di luce: se la faremo entrare nel cuore, la luce ci aiuterà e ci salverà. Ci salva nel silenzio, non porta con sè il rumore del suono: la luce è silenziosa. Se crediamo diventiamo luminosi per trasparenza. E la luce non illumina mai se stessa. Illumina ciò che circonda, che è fuori di noi. E’ una spinta al decentramento. Dimenticare se stessi e mettersi al servizio degli altri. E’ l’insegnamento di Gesù, dalla lavanda dei piedi alla croce, non con la bellezza, nè con la forza o il potere ma con la mitezza e la morte a se stessi.
Battesimo
Notte di Pasqua, notte di Battesimi. Stanotte un bambino e una ragazza, Iacopo Maria e Ramona: l’acqua nella quale è stato pochi minuti prima immerso il cero pasquale viene utilizzata per il sacramento, come l’olio crismale, consacrato il giovedì santo da Papa Francesco.
Venerdì santo
Entriamo in chiesa e troviamo subito un panorama nuovo: avevamo lasciato il “sepolcro”, cioè l’altare pieno di fiori, colori, vasi, candele accese e al suo posto troviamo la grande statua del Cristo morto circondato da lumini…
E’ una liturgia sobria, quella alla quale partecipiamo. Silenzi, canti lenti, la lettura della Passione secondo Giovanni, la preghiera universale che quest’anno contiene anche una invocazione e un momento di riflessione personale sulla pace, l’adorazione della croce che viene baciata solo dai sacerdoti, per motivi di prudenza, le mascherine sulle nostre facce e le porte aperte ad assicurarae ventilazione ci parlano ancora di pericoli.
Usciamo da una chiesa senza colori, il Tabernacolo vuoto, l’altare spoglio. Comincia l’attesa del sabato santo. Tempo di silenzio, meditazione, preghiera.
Giovedì santo
Primo giorno del triduo: la mattina in tutte le sedi di diocesi vengono benedetti gli oli santi durante la Messa del Crisma. Il pomeriggio si ricorda l’ultima Cena di Gesù e l’istituzione dell’Eucarestia – è quindi la festa di tutti i sacerdoti che rinnovano all’altare le loro promesse. Quanto compiuto da Gesù nel Cenacolo si perpetua nel rito della lavanda dei piedi, segno del servizio incondizionato fino al dono della vita, ai fratelli.
I chierichetti, i sacerdoti, le persone chiamate a rinnovare questo rito, entrano in Chiesa mentre i fedeli sono già nei banchi…
I ragazzi che si stanno preparando a ricevere la Cresima formano la processione per portare l’olio crismale solennemente all’altare.
Il Santissimo Sacramento viene portato all'altare della reposizione dove si sosterà in preghiera fino all'indomani...
Mercoledì mattina: la nostra Chiesa si prepara per il Giovedì santo....
Un appuntamento che si rinnova puntuale nonostante tutto quello che attraversiamo e che procura sempre un grande entusiasmo fra gli operatori che si offrono di contribuire alla realizzazione dell’ “Altare delle Reposizione” o come diciamo tutti del “Sepolcro”.
Anche questa mattina alle 9 con voglia di fare e rinnovata emozione eccoci pronti al comando di Don Gianfranco: abbiamo iniziato a realizzare l’idea che il capo aveva in testa…
Chi ha stirato i vari teli, chi ha fatto le composizioni, gli uomini che prendevano le piante più pesanti, chi lavava i sottovasi e tutto un tratto …….ecco un meraviglioso Giardino per accogliere nostro Signore dopo quella che è la celebrazione più sentita, vissuta ed emozionante dell’anno, la Messa in Coena Domini del giovedì Santo.
Domenica delle palme
Dopo una burrascosa notte di vento uno splendido sole si apre sulla domenica delle palme. Si ricorda l’entrata festosa di Gesù a Gerusalemme tra la folla che lo acclama. Si legge solennemente il brano della passione.. ci si prepara a vivere il triduo pasquale. Processione dai giardini prima della Messa delle 11: tutti coi rami alzati a ricevere la benedizione: ramoscelli da mettere in casa, nel solito vaso o sulla tavola… ognuno ha le sue abitudini. Tanti chiedono ramoscelli più grandi per portarli ai cimiteri, negli ospedali… ognuno ha una persona che li aspetta…. “Me ne può dare un altro po’. Devo portarlo a mia zia malata, in Abruzzo, in Umbria…” chissà dove….
Quest’anno gli olivi hanno sofferto… forse la siccità, sono rametti piccoli, un po’ spelacchiati, ma il significato è sempre lo stesso, anzi quest’anno più forte: ci parlano di una pace che speriamo, che invochiamo con tutta la forza delle nostre preghiere!
Ci prepariamo alla domenica delle palme...
La via dell'uva
Sembra di vederli i bimbi del catechismo preparare una domenica dopo l’altra il “loro” albero. Una preparazione che non è solo disegnare, colorare, ritagliare, incollare… ma è preparare il cuore, renderlo accogliente, disporsi alla gioia, alla conoscenza di cose nuove, zeppe di significato: la via dell’uva. Si comincia dalla terra, bassa, fredda, con un colore quasi triste. Poi un fusto di albero nudo, un po’ contorto. E poi quel fusto si ricopre di corteccia, scaglie di legno più caldo; e si guardano i rami spogli, mentre si immagina quello che succederà la domenica successiva: eccole le foglie, tante, verdissime, ognuna di un verde diverso e l’uva colorata, succosa, dolce. Evviva! Ogni tanto qualche foglia, in questi ultimi giorni, la troviamo a terra… la colla tiene poco? Si riprende, si riposiziona. Ogni foglia ha il suo posto. Ma ce ne è una che più delle altre attira l’attenzione… sembra aver sofferto, un po’ sbilenca, riattaccata con lo schoch: una foglia speciale. Quella non cade, sta ancorata al suo posto: deve essere bravo il bambino che l’ha costruita, con un impegno speciale.
La via crucis itinerante
Siamo in tanti, tantissimi. Non siamo più abituati a vederci così… sembriamo usciti dalle catacombe! Per una processione che sentiamo nostra: la via crucis per le vie del quartiere, anzi per la ciclabile, visto che sembra non esserci il permesso per fermare il traffico. Una luna pallida, sufficiente per far brillare le fiaccole colorate che teniamo in mano. Cantiamo, preghiamo, camminiamo. Dietro la statua di Gesù morto, portato a spalla dagli scout: famiglie, bambini, ragazzi, vecchietti. Si legge il testo delle stazioni, si ascolta la proclamazione del versetto del Vangelo, una breve meditazione che viene letta dai rappresentati dei singoli gruppi parrocchiali. Ma protagonista è la gente che è venuta e ad ogni stazione sembra più numerosa… forse c’è chi è sceso dalle proprie case vedendo dalla finestra quel serpentone luminoso e sentendo quei canti, che conosciamo tutti.
Quest’anno non sarà ancora possibile ricevere nelle nostre case la visita del sacerdote per la benedizione pasquale delle nostre famiglie. Abbiamo allora provveduto a stampare un piccolo opuscolo che sarà distribuito in tutte le cassette della posta nei nostri condomini per far sentire la vicinanza della parrocchia…